Il più bello? Quello non dato!
A colloquio con Ilaria Guidantoni per “Il bacio da sfogliare”
Se ci salutiamo con un bacetto sulle guance, di qua e di là, un motivo ci sarà. Ed ancora se baciamo appassionatamente da innamorati, il rebus è risolto dal momento che la passione fa unire – meglio appiccicare – le labbra senza tante giravolte. La fantasia riporta al mio essere piccoletta, sei…sette anni, quando dopo aver visto i bellissimi film televisivi d’amore, con tutti quegli spasmi sensuali della serie ‘Notorius’, replicavo le scene immaginandomi divina in tailleur fasciatissimi accessoriata da tacchi kilometrici, con tanto di cappelli dalle lunghe falde. Ecco allora immedesimarmi in giochi austeri altamente passionali, … una sorta di Marlen Dietrich ed ancora Greta Garbo che, impossessatesi di me, facevano replicare baci feroci al mio guanciale che alla fine, sgualcito da tanta estasi, tornava dopo più morbido ed arrendevole, accogliendo la mia testolina ancor sognante ed ancora più convinta di voler fare l’attrice da grande!
Nel frattempo gli anni passano ed i cicalecci tra amiche fanno scoprire che oltre le labbra c’è di più, come quella ‘linguetta’ – niente a che fare con la linguaccia – che si districa in duelli intensi e pure…umidi, come rispose Dustin Hoffman in “Rain Main” dopo il bacio ricevuto da Valeria Golino all’interno del galeotto ascensore. Tuttavia i baci godono di tante fogge e forme quali quelli dell’imprenditrice Luisa Spagnoli che, con gli avanzi di nocciole e cioccolato, escogitò i celeberrimi “Baci Perugina”, che tutt’ora resistono a tale dolcezza.
“Veniamo adesso ai libri. Libri che nascono per dare risposte ai lettori” spiega la giornalista – scrittrice Ilaria Guidantoni autrice del bel volumetto di copertina rossa passionale “Il bacio da sfogliare”, pubblicato dai tipi “Cinque sensi Editore”. Prosegue osservando che sul bacio si è aperto un vero e proprio universo tanto da considerarsi saggio divulgativo, nonché diario di bordo, con riflessioni millenarie permeate anche da immagini religiose e non solo, riportanti persino alla fecondità delle donne etrusche in virtù di quei seni e ventri altamente prominenti.
Prosegue poi la Guidantoni osservando che baciare è anche un coinvolgimento emotivo con le labbra che si uniscono – curioso sapere che gli eschimesi sfiorano i nasi – e che il respiro inizia da appena nati col bimbo che si attacca al seno in cerca di nutrimento. “Da aggiungere tuttavia che se gli esseri umani si baciano, non per tutti è così, visto che gli animali comunicano con versetti, mordicchiandosi, ed altro ancora, quale forma di affettuoso richiamo. Di affetto in affetto, un bel tuffo all’indietro ci porta agli albori, alla preistoria incontrando persone rudi, seppur con cuore pulsante, e se gli uccellini triturano il cibo per porgerlo ai loro pargoletti, il richiamo volge spontaneo verso la mamma nello sminuzzamento offerto al piccolino.”
“Dammi mille baci” recita Catullo considerato poeta d’amore per antonomasia, celebrando con carmi pieni di pathos l’innata dedizione verso Lesbia, cristallizzando il sentimento amoroso, sottraendolo in tal modo al futuro. Di conseguenza un vero e proprio viaggio persino antropologico come il bacio da contratto nonché d’inflazionismo come insegnano le emoticon (sic!) facendoti fare il segno della croce dello svilimento in atto, con rischio concreto di svuotarlo del suo significato più prezioso. “Ben venga allora il principe a svegliarci” – chiosa la bionda bella Ilaria, rivelando appieno la forza dell’amore.
“La conseguenza è che ogni nazione conserva i propri rituali e le proprie leggi in un percorso affacciato anche all’autorevole bacio, rivolto a re, vescovi, cardinali, ed ancora Papi, riconoscendone autorità e rispetto. “
“Gesummaria”, quanta ardenza, quanto afflato viene colto in questi momenti particolari dominati dalla forza di “Amore e Psiche”, con quei due protagonisti dell’amur! Riguardo all’incantevole storia narrata da Apuleio. Il finale è esplosivo come la bottiglia dello champagne visto che il bacio ti avvolge in uno squisito gioco mentale e sociale, “Tanto che in India, l’ultimo bacio trasferisce l’anima chiedendo un dialogo comune di spirito, cuore e sensibilità.”
In un clima d’altissimo lirismo così romantico, d’obbligo celebrare Omar Galliani che, in tempi di pandemia con tanto di baci banditi – Ilaria dedica un passaggio all’opera dell’artista – capace di concedere per la copertina del libro una delle opere della serie realizzate nel 2020 recitante: “Baci rubati/ Covid 19”. Decisamente uno squisito modo che contravviene ad un momento così intimo e profondo, che lega gli esseri umani. Ma non sono solamente gli aspetti sentimentali quelli che ci interessano visto che il caro protagonista lo si ritrova nuovamente persino negli aspetti goliardici e boccacceschi, rilevando tale spirito anche nella Divina Commedia. Persino l’austera Pompei da sempre accoglie milioni di turisti col ricordo del bacio più famoso della storia; quello dei due amanti che cingono il corpo l’un l’altro avviandosi verso l’eternità. “E chi non ricorda il bacio traditore di Giuda in quella simbologia di percorsi così sottili e polverosi che abilmente si districano tra sacro e profano?”
“Patetico sapere – prosegue l’autrice – che a Barcellona, vicino alla Cattedrale, esiste il “Muro del Bacio” colmo d’aspetti significativi, con rovina purtroppo a seguito da quella miriade di ‘selfie’ che vi gravitano attorno. Logico a questo punto pensare all’altro ‘Muro’, quello del ‘Pianto’ dai risvolti decisamente diversi, portatori d’altre dimensioni. Quanto al cinema…beh, lì i baci si sprecano come “Caccia al ladro” con Cary Grant e Grace Kelly, in un connubio perfetto come lo sposalizio del vino col formaggio!”
Nell’ampio e luminoso spazio dell’Art Hotel Milano di Prato, piovono domande da parte del nutritissimo pubblico rapito dalla conoscenza nonché chiara esposizione dell’autrice del libro, Ilaria Guidantoni, preparatissima su ogni argomento quale anche il film: “Il bacio dell’Uomo ragno”.
“Una pellicola non certamente finita nel dimenticatoio: quando uscì scatenò una caterva d’emozioni grazie a quelle flessioni estremamente stilizzate e sinuose. Chissà se invitarono all’emulazione! Di bacio in bacio ed ancora baci, copriamo pure la sfera del gusto dal momento che la pianta del cacao era, e continua ad essere “Il cibo degli Dei”, scivolando dolcemente verso quei “Baci per San Valentino” ed altri eventi cioccolatosi. Come i “Baci di Dama” piemontesi, contraddistinti da quelle due calotte di pasta unite al cioccolato, richiamanti succose labbra intente a baciare.” Quanto all’Illuminismo in tazza’! Ci sta, ci sta, signorsì, quella succosa polvere scura altamente consumata nel ‘700, nonostante l’ostracismo della Chiesa che la considerava alimento afrodisiaco. Inutile negare che contravvenire ad uno dei sette peccati capitali, porta a quel godimento unico d’estrema prelibatezza…del dolce peccar! “Nel frattempo trascorrono i secoli – termina la Guidantoni – pur rimanendo la golosità grazie anche a quei “Baci di Pantelleria” denominati anche “baci panteschi” ‘costruiti’ da croccanti frittelle farcite da ricotta. Inevitabile che arte, cibo e bellezza, completano un tris decisamente di gran gusto!”
“Baciami ancora… baciami ancora, voglio stare con te…canta Jovanotti alzando l’immaginario collettivo all’immancabile ed irrinunciabile rito mafioso. Quello del “bacio in bocca” tra d’uomini d’onore, come “Il Padrino” insegna.
L’ultima domanda verte sul “Bacio di Klimt”.
“Istintivo osservare l’elemento decorativo di tale tela – termina la scrittrice – unito all’altissimo tasso d’eros presente, in un bacio lineare che ne celebra appieno l’universalità. Basilare osservarne il contesto d’un clima di piena secessione dall’arte rigorosamente accademica, di cui Gustav Klimt ne fu precursore verso l’Art Noveau europea”.
Concordiamo. Concordiamo perfettamente per quell’effetto bidimensionale che racconta di forme maschili e femminili che si fondono in un’unica entità trasmettendo il calore del bacio, arrivando alla potenza vivificatrice della pulsione in un’eleganza di stile aurea-mistica. Stupendo l’effetto ‘Liberty’ decorato da sfarzosi mosaici dorati, ammirati da Gustav Klimt a Ravenna, fortemente attratto dai raggi luminosi d’arte bizantina.
“Beh…terminare con tutti questi baci d’oro, oseremmo dire che è il massimo, avvertendo persino la prelibatezza di quel bacio racchiuso in carta stagnola squisitamente dorata, che vi sarà offerto!”
Carla Cavicchini