Napoli 2500: Rio si veste d’azzurro per onorare la Città Eterna del Mare e del Cuore

Rio de Janeiro, la città meravigliosa, ha vissuto un’emozione senza precedenti: per la prima volta, la comunità napoletana – sportiva e culturale – si è riunita per rendere omaggio ai 2500 anni dalla nascita di Napoli, culla di civiltà, arte e passione, e alla straordinaria vittoria sportiva del Napoli, che ha fatto battere milioni di cuori azzurri nel mondo.

 

Quella che è nata come una semplice celebrazione si è trasformata in un’esplosione di orgoglio e identità, un momento di comunione profonda che ha superato ogni aspettativa. Lontano dal Vesuvio, eppure così vicino nel cuore, Rio ha vibrato come una piccola Partenope sull’Atlantico, unendosi idealmente alla madrepatria con un entusiasmo travolgente.

L’Istituto Italiano di Cultura ha aperto le sue porte come un tempio dell’italianità, trasformandosi per un giorno in una piazza napoletana, animata da una partecipazione calorosa e appassionata.

 

 

Il messaggio dell’Ambasciatore d’Italia, Alessandro Cortese, orgogliosamente napoletano d’origine, ha infiammato la platea. Le sue parole, piene d’amore per la sua terra e di gratitudine per l’energia dei connazionali all’estero, hanno toccato corde profonde, riportando tutti – per un attimo – sulle strade del Vomero, tra i vicoli di Spaccanapoli, sul lungomare di Mergellina.

Indimenticabile anche l’intervento del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Marco Marica, che con grande sensibilità ha sottolineato il valore culturale, storico e sociale di questa celebrazione. Ha ricordato come Napoli sia un faro millenario di civiltà mediterranea, una città che da 25 secoli irradia bellezza, musica, passione e spirito di accoglienza.

Ha aperto la serata il caloroso discorso del Prof. Roberto Tommasetti, docente universitario, che ha guidato il pubblico in un viaggio tra cultura e identità. Ha parlato dell’eredità greco-romana che vive ancora nei gesti, nei pensieri, nella lingua di ogni napoletano. Le sue parole ci hanno accompagnato da Virgilio a Totò, attraversando secoli di pensiero, arte e saggezza popolare.

Particolarmente toccante l’intervento di Rodolfo Teicher, della Camera di Commercio Italiana a Rio, che ha regalato a tutti i presenti un commosso e colto omaggio storico alla figura di Teresa Cristina, imperatrice del Brasile di origine napoletana. Il suo racconto ha unito idealmente due popoli e due storie, ricordando come Napoli abbia lasciato un’impronta indelebile anche nella storia del Brasile. Un momento di rara intensità, accolto con applausi calorosi e occhi lucidi.

Poi è la volta di Paolo Settimelli, del “Ponto de Cultura Música do Mundo”, che insieme a sua moglie, l’artista Liza Settimelli, ha cantato canzoni napoletane.

Molto gradito anche il videomessaggio del presidente del Club Napoli Rio de Janeiro, Michelangelo Simonelli, rivolto a tutti i Napoletani di Rio e del Brasile.

Le luci si abbassano. Un tenue riflettore accende il sipario. Sul palco, il suono lontano di un mandolino accompagna una voce narrante che accoglie il pubblico in un viaggio carico di emozioni, memorie e identità.

“Questa non è solo una serata… è un ritorno. Un ritorno alle radici, ai profumi, alle parole che hanno attraversato l’oceano e trovato nuova casa in terre lontane.”

Uno a uno, salgono sul palco uomini che non hanno mai smesso di portare Napoli nel cuore, ovunque siano andati per sedersi attorno ad un tavolo.

C’è il Dott. Vittorio Baldassarre, con i suoi racconti di giovinezza vissuta nei vicoli della città, tra il rumore delle botteghe e i colori di un popolo vivo. Racconta le sfide dell’emigrazione e, con passione, narra la sua avventura a Rio de Janeiro, dove si trasferì per imparare la chirurgia plastica con il mito della medicina estetica, Ivo Pitanguy. Le sue parole trasudano nostalgia, gratitudine e fierezza.

È il turno di Luigi Guarino, marinaio di cuore e di mestiere. Con voce tremante per l’emozione, racconta le partenze e i ritorni, i sogni lasciati sulle banchine di Napoli e poi ritrovati oltre il mare. Storie vere, fatte di valigie leggere e di cuori colmi di canzoni.

Quindi segue Paolo Settimelli , con tono solenne ma caloroso, parla della maschera di Pulcinella, simbolo eterno dell’anima napoletana, e racconta la storia di una canzone semplice ma potentissima: Funiculì Funiculà, inno di speranza, innovazione e amore per la città.

Arriva quindi a parlare Mike Apicella, e con voce rotta dall’emozione parla della sua fede incrollabile per il Napoli Calcio. Confessa che la prima cosa che mise in valigia, quando si trasferì a Rio de Janeiro, fu la sua bandiera azzurra. Un amore puro, senza confini.

Ma è quando entra in scena Luca Buonerba, cuoco napoletano rinomato, che il teatro si riempie di profumo. Dal palco racconta, con calore e passione, della cucina come linguaggio universale, delle ricette della nonna, dei piatti preparati con amore in ogni angolo del mondo dove vive un napoletano. Spiega che il ragù non è solo un piatto, ma una preghiera della domenica; che il caffè è un rito sacro; e che una pastiera può raccontare una vita intera.

A concludere la serata, non poteva mancare un momento di poesia. Alfredo, insieme a Manuel Murro, giovane amico di Mike in visita a Rio, interpreta con profonda emozione la celebre A livella di Antonio de Curtis, in arte Totò.

È sulle parole di questa poesia, che celebra l’umiltà e l’uguaglianza di tutti davanti alla morte, che si chiude l’evento. Un messaggio potente: nessuno porta nulla con sé oltre la vita, se non ciò che ha costruito con amore, rispetto e umanità. E allora, che senso ha l’orgoglio che divide? Siamo tutti uguali. Napoli ci unisce.

Il pubblico è in piedi. Gli occhi lucidi. Un lungo applauso. Un applauso che sa di casa.

Il CONI Brasile, nella persona del suo delegato per il Brasile, Alfredo Apicella, promotore e sostenitore dell’iniziativa, esprime un profondo ringraziamento alle Istituzioni Italiane – l’Ambasciata, il Consolato Generale d’Italia a Rio de Janeiro, nella persona del Console Generale Massimiliano Iacchini, e l’Istituto Italiano di Cultura – per il loro prezioso appoggio, ma anche a tutti gli intervenuti: artisti, accademici, sportivi, rappresentanti della comunità e appassionati. Un grazie sentito va anche a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’evento con dedizione e spirito partenopeo.

In un tempo in cui le distanze sembrano dividerci, questa festa ha dimostrato che Napoli è un sentimento che unisce, che supera oceani e confini, che vive in ogni cuore che l’ha amata, vissuta, cantata. A Rio de Janeiro, quel cuore ha battuto forte. Azzurro. Inarrestabile.

E mentre Napoli celebra i suoi 2500 anni di gloria, Rio promette di esserci ancora, l’anno prossimo e per tutti gli anni a venire. Perché chi ha Napoli nel cuore… non è mai lontano da casa.

 

Alfredo Apicella


 

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