Marco Matteazzi, conteso da social e media

«La corsa come antidoto al bullismo patito a scuola!»

 

 

Vicenza – «Non sono un runner ma ho corso 21 km per 102 giorni consecutivi».

Si presenta così sul suo profilo Instagram Marco Matteazzi, vicentino di 24 anni.

Il ragazzo è noto nei vari social per la sue corse estreme nell’ultimo anno e per ciò che lo ha spinto a farle, da quanto d’umiliante ha dovuto subire all’interno delle mura scolastiche.

«È iniziato tutto alle medie inferiori, durante l’ora d’educazione fisica. – racconta il giovane – La professoressa mi chiamava “polpetta” per via del mio peso. Da allora hanno preso a prendermi in giro non solo in classe ma in tutta la scuola. Anche alle superiori la situazione non è stata diversa. Stavo da solo, mi avevano addirittura escluso dal gruppo della classe su Whatsapp, non parlavo con nessuno e, se lo facevo, era soltanto per difendermi».

«Non ho avuto occasione di parlarne con in miei genitori perché anche in casa non avevo una situazione piacevole e, per di più, non andavo bene a scuola. Infatti, mio padre si focalizzava su quello».

«Dopo la bocciatura – continua Marco – ho deciso d’andare in un’altra scuola, una  privata, ma col desiderio di ritornare nella precedente. Non volevo, però, far vedere il Marco di prima, volevo cambiare. Sotto il profilo fisico mi è stata utile la corsa. Quell’estate, prima del ritorno nella mia vecchia scuola, sono riuscito a dimagrire molto».

«Quando mi sono presentato “diverso” nella scuola passata, ho percepito d’essere più considerato rispetto a prima, ma mi portavo dietro ancora varie insicurezze. In generale sapevo relazionarmi ancora poco. La vera svolta mentale l’ha portata la lettura di libri sulla crescita personale, ritrovandomi in molte situazioni descritte, riuscendo a vedere la vita in maniera più positiva attraverso un modo di pensare alternativo».

Ora Marco sembra intenzionato a non fermarsi più, vuole superarsi ogni giorno che passa, lanciando sfide con grande livello di difficoltà a se stesso per il futuro. Sta diventando un vero e proprio modello di stimolo da seguire per molti giovani che si trovano o si sono trovati nella sua situazione vissuta a scuola.

L’Exposcuola di Padova l’ha già contattato perché tratti di bullismo, dove lo accoglieranno molti suoi “seguaci”. E, invitato da vari media che se lo contendono, racconta la sua particolare esperienza convinto che sia genericamente positiva per altri.

 

Alessandro Beccalossi 

 

 

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