Sindacati – Politica: invasione di campo!

Landini e Bombardieri rilevano che i salari e le pensioni dei lavoratori italiani sono troppo bassi.
Tanto bassi, che le famiglie italiane non ce la fanno più a far fronte anche ai bisogni più elementari.
Verissimo!
Ma la colpa è della MELONI ?
Tutto lo sfascio economico del Paese è avvenuto in questi ultimi due anni?
E loro dove erano negli altri 20 che hanno preceduto questi ultimi due?
Diciamo dal 2001, quando l’ EUROZONA e i TRATTATI che sono stati sottoscritti per POTERVI ENTRARE , hanno spinto l’ Italia ai margini dell’ economia europea ed hanno progressivamente provocato questo impoverimento degli italiani?
E perché se ne restarono zitti e buoni e non invocarono mai la rivolta sociale?
E i 7,5 milioni di iscritti ai loro sindacati non fanno anch’ essi parte del corpo elettorale che si esprime alle urne attraverso il voto?
I Leaders Sindacali ,forse, li considerano truppe aggiuntive di riserva, pronte ad essere mobilitate in piazza contro i governi nemici, una volta perse le elezioni ?
In una perenne contrapposizione politica, alimentata da Stampa e TV, che crea inciampi di ogni genere, sfruttando abilmente ogni evento negativo che si presti alla polemica strumentale, paralizza il Paese e impedisce a qualsiasi Governo di GOVERNARE!
Grazie anche alla QUADRIPARTIZIONE DEI POTERI, nel frattempo intervenuta, con la cooptazione di parte della STAMPA da parte della MAGISTRATURA!
Quando LANDINI e BOMBARDIERI fanno proselitismo sindacale pretendono anche l’ adesione a questo o quel Partito o coalizione politica?
Non credo che ciò avvenga e,peraltro, non sarebbe neppure legittimo!
E ,dunque, i democristiani,i repubblicani,i socialisti,i socialemocratici,i liberali , i radicali, i verdi, etc.che hanno la tessera della CGIL e della UIL ,ma oggi non la pensano come Landini e Bombardieri sulla necessità di uno sciopero generale ,che possibilità hanno di esprimere il loro dissenso ?
Ed ancora,perché esistono i SINDACATI di CATEGORIA ?
Ad esempio, se una categoria ( mettiamo i bancari) è soddisfatta del rinnovo del proprio. contratto di lavoro e un’ altra no( mettiamo gli insegnanti) perché i primi dovrebbero scendere in piazza ?
Per solidarietà? Ma si può cercare solidarietà mentre si politicizza la lotta,si fomenta l’ odio ed il disprezzo verso gli avversari e si privano i cittadini di servizi essenziali con scioperi selvaggi ?
È di tutta evidenza che se l’ attività sindacale si trasferisce su temi di carattere generale ( il fisco , la scuola, i trasporti ,la sanità,l’ ambiente , etc.etc.) che attengono prettamente alla POLITICA, allora i SINDACATI diventano dei DOPPIONI della Politica!
E ,in quanto tali, anche a loro bisognerà applicare gli stessi criteri di valutazione della RAPPRESENTATIVITÀ e del. CONSENSO che valgono per i PARTITI .
Ed allora , sette milioni e mezzo di iscritti su un totale di 40 milioni e passa di sindacalizzabili ( tra attivi e pensionati) non sono un po’ pochi in termini di rappresentatività per pretendere di metter becco nelle scelte di politica economica del Governo oltre a quanto già fatto senza fortuna in Parlamento dalle Opposizioni?
E se in occasione delle ELEZIONI POLITICHE viene giudicato ALLARMANTE un tasso di astensionismo del 40%, allo stesso modo la partecipazione ad uno sciopero generale di 100/200/300mila persone a fronte di 7,5 MILIONI di ISCRITTI, non deve essere ritenuta INSIGNIFICANTE ?
Tanto piu’ se avviene ” spintaneamente” , con la mobilitazione , in massima parte , di dirigenti, funzionari e sindacalisti di base ed a spese dello stesso sindacato ?
Praticamente ,tutti coloro che ” vivono ” di Sindacato .
Non si può spiegare anche così il perché i più importanti Leaders sindacali – nazionali e locali – finiscono le loro carriere sui Banchi del Parlamento e/o delle Assemblee elettive regionali?
Una commistione abnorme,quindi, fra SINDACATO E POLITICA che può essere, essa sì, una effettiva concausa dell’ impoverimento progressivo dei lavoratori, quando finisce per far prevalere la difesa dei diritti civili, riguardanti avanguardie ” diverse” di alcuni milioni di persone, su quelli economici e sociali di tutti i cittadini-lavoratori!
D’ altra parte,se in Italia esistono 20 milioni di lavoratori attivi e 20 milioni di pensionati e gli iscritti al Sindacato sono solo 13 milioni ,in gran parte pensionati ( GGIL 5/ML, CISL 4,5/ML,UIL 2,5 /ML, UGL 1/ML),la sfiducia e la disaffezione verso il SINDACATO( che sfiora il 65%) non deve considerarsi ben più preoccupante di quella verso la POLITICA?
Non c’è che dire : LA NOSTRA È LA PIÙ BELLA COSTITUZIONE DEL MONDO, guai a cambiarla si farebbero solo danni !
Vero prof.ZAGREBELSKI, a proposito della lezione di SINDACALISMO e di PIAZZISMO che ha dato l’ altro ieri sera dagli schermi di LA7 ?

1 Comment

  • Giuseppe 12/11/2024

    Complimenti per l´ottima impostazione del problema sindacale italiano. Il tuo commento solleva una serie di questioni complesse, in particolare sul ruolo dei sindacati italiani e sul rapporto tra sindacato e politica in Italia. Partendo dalle preoccupazioni economiche e sociali, è vero che l’Italia ha visto un progressivo impoverimento di salari e pensioni negli ultimi decenni. Questo declino economico è il risultato di molti fattori, tra cui le scelte di politica economica interna, la pressione fiscale, il costo del lavoro, i vincoli imposti dall’Eurozona e i trattati sottoscritti.

    Tuttavia, i sindacati come la CGIL e la UIL, guidati da figure come Landini e Bombardieri, spesso affrontano queste difficoltà concentrandosi su questioni specifiche come il salario minimo, la sicurezza del lavoro, e le pensioni, ma tendono a entrare nel dibattito politico quando si tratta di questioni di carattere generale. Il loro ruolo è stato storicamente ambiguo, poiché, pur essendo istituzioni autonome, hanno un’influenza politica e sociale significativa. Questo può dare l’impressione che siano “doppi” della politica, soprattutto quando organizzano mobilitazioni contro i governi su temi che esulano dal loro ambito strettamente sindacale.

    Riguardo alla rappresentatività dei sindacati, va notato che nonostante i milioni di iscritti, gran parte della popolazione lavorativa non è sindacalizzata. Questo riflette una disaffezione crescente, forse a causa della percezione che i sindacati abbiano perso la loro centralità e che siano in parte responsabili dello stallo economico e sociale del Paese. Il calo dell’affiliazione, combinato con una crescente percezione di collusione tra sindacati e politica, alimenta la sfiducia.

    Infine, la questione della quadripartizione dei poteri e del ruolo della stampa è una preoccupazione condivisa da molti, perché il coinvolgimento di magistratura e media nel dibattito politico talvolta intensifica la polarizzazione e rende difficile per un governo governare senza ostacoli.

    In sostanza, il tuo discorso esprime dubbi profondi sull’efficacia e sul ruolo dei sindacati in Italia oggi, suggerendo che potrebbero aver bisogno di ripensare il loro ruolo per riacquisire la fiducia e il rispetto dei lavoratori, e per concentrarsi maggiormente sui temi economici che riguardano la maggioranza dei cittadini, senza invadere il campo della politica.

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