Sciopero dei trasporti: il boomerang di Natale

Scioperi dei trasporti sotto Natale

Venerdì 13, sciopero dei trasporti. Una data già inquietante di suo, resa ancor più memorabile dall’immancabile tradizione di fermare tram, bus e metro proprio quando servirebbero come il pane. Mentre l’aria natalizia si riempie di odore di caldarroste e di insulti verso i mezzi mancanti, i Landini boys sono tutti d’un pezzo: lotta dura al governo! E ai pendolari, ai turisti, ai lavoratori, ai pensionati e pure a quel bambino che voleva andare a vedere le luci di Natale in centro.

Peccato però che questi scioperi, a conti fatti, somiglino a una scena di cartoni animati: il protagonista sega il ramo su cui è seduto e scopre troppo tardi di essere dalla parte sbagliata. Perché fermare i trasporti colpisce principalmente chi li usa, ma indirettamente finisce per alienarsi anche quella simpatia che i sindacati cercano di raccogliere. Se blocchi la città sotto Natale, la gente non pensa: “Che nobile battaglia!” Pensa: “Ma questi sono fuori di testa?”

E non è finita. Una volta terminato lo sciopero, i disagi non si fermano: riprendono con la regolarità svizzera del caos italiano. Ritardi cronici, corse fantasma, e i borseggiatori che si allenano per la maratona di scippi sulle banchine. È come se lo sciopero non fosse altro che una pausa, giusto per ricordarci che si può stare ancora peggio.

Ma il vero paradosso è che scioperare i trasporti è un po’ come tirarsi un boomerang e poi aspettarsi che torni a colpire qualcun altro. Soprattutto sotto Natale, quando i mezzi pubblici sono pieni di gente che non ha alternative. Alla fine, chi perde sono gli stessi autisti e lavoratori che sperano di attirare solidarietà. Ma è difficile ottenere sostegno da chi si ritrova a piedi con i pacchetti in mano e la cena di Natale da preparare.

E la domanda resta: se ci sarà una grande manifestazione, con cosa porteranno in piazza le folle? Forse in bici, sotto la neve? Oppure Babbo Natale potrebbe dare una mano, se solo la sua slitta non fosse ferma in officina con una marmitta rotta e due renne in cassa integrazione.

Ps: I sindacati sono avvisati: lo sciopero del trasporto pubblico è come il carbone nella calza. Ti aspetti che serva a qualcosa, ma alla fine lascia solo un sapore amaro. 🎅

Giuseppe Arnò

1 Comment

  • Alfredo 10/12/2024

    Bravo Gouseppe come al splito sempre top.

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