(Stra)Parlo di tutto poiché non so nulla, ma di cinema mi intendo, avendolo frequentato da quando ero in fasce, tenuto in grembo da mia madre, e di fronte a quella vela incantata che si riempiva di immagini restavo estasiato.
5 Capolavori Immortali che l’Oscar ha (colpevolmente) ignorato
“Il cinema è un’arte, ma è anche un’industria. E quando l’arte e l’industria si scontrano, vince quasi sempre l’industria.”
— François Truffaut
La storia dell’Academy è fatta di trionfi meritatissimi, certo, ma anche di clamorose sviste, abbagli e dimenticanze imperdonabili. Alcuni film sono talmente grandi da travalicare il giudizio di una notte, di una giuria o di una statuetta: entrano nell’immaginario collettivo e vi restano. Qui vi porto cinque esempi che gridano ancora vendetta, film talmente grandi che, anche senza Oscar, hanno vinto tutto il resto.
Pulp Fiction (1994)
Tarantino reinventa il linguaggio del cinema… ma l’Academy lo lascia a mani vuote.
Non è solo un film, Pulp Fiction è un’esplosione di idee, di ritmo, di linguaggio. È un manifesto cinematografico che ha cambiato per sempre il modo di raccontare le storie al cinema. Ogni scena è iconica, ogni battuta è diventata citazione. Tarantino crea un universo pulp che è al tempo stesso violento, raffinato, pop e colto. Che il premio sia andato a Forrest Gump, film tenero e impeccabile ma certo più classico e rassicurante, dimostra quanto a volte l’Academy premi ciò che piace piuttosto di ciò che spacca. Il tempo, comunque, ha già incoronato il vero vincitore.
La bella e la bestia (1991)
Il primo cartone animato a sfidare i film “veri”… e perdersi per strada l’Oscar.
La potenza narrativa e artistica di questo capolavoro Disney è semplicemente innegabile. Non è solo animazione: è teatro, musica, poesia visiva. Un film che ha dato dignità e profondità al mondo dell’animazione, rendendola adulta, colta, emozionante. Eppure, in quell’anno vinse Il silenzio degli innocenti, un thriller straordinario, ma distante anni luce dalla magia sospesa di questa fiaba moderna. La bella e la bestia ha segnato una generazione, se non due. Il premio non lo ha vinto? Pazienza. I cuori, quelli sì.
BlacKkKlansman (2018)
Un pugno nello stomaco, ma anche un sorriso amaro: Spike Lee firma un film necessario.
C’è satira, denuncia, storia, intrattenimento e una verità scomoda in BlacKkKlansman. È un film che riesce nella miracolosa impresa di essere insieme provocatorio, divertente, militante e cinefilo. Spike Lee, da sempre scomodo, tocca qui uno dei suoi vertici assoluti, facendo riflettere senza mai rinunciare allo spettacolo. Che l’Oscar sia andato a Green Book, più rassicurante e “pacificato”, la dice lunga su quanto Hollywood abbia ancora paura del confronto vero con il proprio passato (e presente). Ma la forza di BlacKkKlansman è proprio questa: ti costringe a guardarti dentro.
C’era una volta in America (1984)
Un’opera-mondo straziata dal montaggio americano e umiliata dagli Oscar. Il capolavoro dimenticato.
Questa è una ferita ancora aperta. Sergio Leone ci regala un film fiume, poetico, dilatato, struggente. Una riflessione sul tempo, la colpa, l’amicizia, la nostalgia. Robert De Niro, James Woods e Morricone creano insieme qualcosa di irripetibile. Ma l’edizione mutilata imposta dalla produzione americana distrusse l’architettura narrativa e lo rese incomprensibile al pubblico d’Oltreoceano. L’Academy, cieca e sorda, ignorò completamente il film. Solo dopo anni si comprese la portata colossale di quest’opera. Leone, ferito, non girerà più nulla. E noi abbiamo perso un maestro troppo presto. Imperdonabile.
La La Land (2016)
Un omaggio all’arte di sognare — e una beffa in diretta mondiale.
Poche volte la forma ha sposato così bene il contenuto come in La La Land. Un musical moderno che canta l’amore e l’ambizione, l’incanto e la disillusione. È cinema che danza, che canta, che commuove. Damien Chazelle dirige con una leggerezza magistrale, e la coppia Gosling-Stone incanta. Il finale, poi, è da manuale: romantico, malinconico, perfetto. Eppure, proprio nel momento della vittoria, arriva la beffa: la busta sbagliata, la statuetta tolta in diretta. Vince Moonlight, un film bellissimo ma meno universale. L’immagine di La La Land, però, brilla ancora nel nostro cuore: e alla fine è quello che conta.
Conclusione: quando il cinema vince senza l’Oscar
Alcuni film sono più grandi di qualunque premio. Sono esperienze, non solo storie. Sono quelli che ti restano addosso per giorni, anni, una vita. Che ti cambiano, ti educano, ti fanno sognare. Gli Oscar sono un’istantanea, spesso sfocata. Il vero giudizio lo dà il tempo. E questi cinque film, lo hanno già stravinto.
“Il cinema non è il reale, ma ciò che di più vero abbiamo per raccontarlo.”– Italo Nostromo.
Carlo Di Stanislao