Storie, Santuari e miracoli
dicembre 2024
Percorriamo “Napoli Bella” in una splendida giornata di sole alla volta di “San Gregorio Armeno”, percorso ripido e stretto nel centro storico. Qualche straniero…’Spaccanapoli’? E subito viene indicata la direzione ed il percorso adiacente, tramite la gestualità tipica napoletana. Numerose le botteghe artigiane dove donne ed uomini sono all’opera sui banchetti con tutti gli attrezzi, chini sui piccoli capolavori poi esposti internamente e nelle vetrinette ‘fuori’. In mancanza di vetrinette, immancabile, la scritta: “ SI PREGA DI NON TOCCARE “ , nonostante sia invero difficile resistere al tocco delle statuine presepiali, spesso in compagnia dei vari idoli napoletani. Totò è immancabile! Già osservato nel quartiere Forcella insieme alla visione degli splendidi murales dedicati a Diego Armando Maradona e Pino Daniele. Nei quartieri limitrofi, tra sorrisi e caldarroste, le persone esponevano na’ sorta di ‘Supermarket on the street’, troviamo pasta, sfogliatelle e babà, sigarette a prezzo ‘buuuuono assaie!’. Incuriositi avanziamo verso un signore anziano tutto curvo e sdentato, mentre prepara il suo tavolinetto colle statuette mezze rotte e vecchiotte, maltrattandoci all’uso delle nostre telecamere. Abusivismo? “Simmo a Napule, paisà!”
I vicoli si intersecano nell’antica stradina di San Gregorio Armeno, risalente alla bella età greco-romana, ed ecco all’improvviso apparire come un fantasma un solare magro signore di mezza età, che irrompe nel brusio generale mattiniero con orchestra incorporata e cinghia a mezza vita, attaccando una musichetta accattivante tipica ‘napulitana’. L’invito? Fargli coro uniti al suo “braccetto tondeggiante ballerino.” La mancia? D’obbligo! Nonostante sia un continuo chiedere.. come quel ‘panzuto’ partenopeo pieno e strapieno di corni e cornetti attaccati ovunque…”Uhèèèè, bella gente, favurite, favurite!”
Nel frattempo, altra zona, giungiamo presso il Santuario dell’Immacolata in Via Fratelli Magnoni – Riviera di Chiaia, dove avverrà la cerimonia del “Nastro Tricolore dei Vigili del Fuoco Sezione Provinciale di Napoli” sotto l’egida dell’ Associazione Nazionale Decorati al Valore Civile. Precisamente e con dovizia, ente morale con DPR n. 776 del 30 luglio 1966.
L’aria tiepida poco a poco svanisce lasciando posto ad una pioggerellina battente che lucida la strada antistante l’imponente chiesa rendendo magica e splendente l’atmosfera. Ci indicano lì vicino una delle pasticcerie più buone della zona e quindi approfittiamo. Intorno appaiono abitazioni con tendine tirate, volutamente o chissà, televisioni accese, dolci sui tavoli e panni sugli stendini. Qui tutti si conoscono e si vogliono bene mentre na’ bella guagliona, seppure attempata, accende la sigaretta davanti alla finestra aperta, inviandoci col sorriso spirali di fumo alla volta del cielo.
E chi se ne frega se adesso “chiove a zeffunno” in tale poetica immaginifica dove si affacciano Salvatore Di Giacomo, Eduardo De Filippo, Domenico Rea e tanti altri ancora, rendendola città immortale quale anche Stendhal, che di via Toledo ne aveva fatta quasi residenza.
E’ il momento della cerimonia, la chiesa pullula di gente che ripone gli ombrelli. Alla Santa Messa intervallano melodie varie del soprano Tania di Giorgio, splendida bellezza mediterranea, che incanta all’ascolto mentre muove graziosamente i fili della chitarra.
Palpabile nell’aria la simbiosi tra lo strumento e la cantante, che il pubblico avverte applaudendo fragorosamente. Più tardi, negli spazi soprastanti, è tutto un.. “Tania, Tania, Tania vieni”, facendo capire la forte amicizia che lega tutti loro.
Ci indicano le persone da intervistare, ed eccoci di fronte Roberto Cantagallo, Cavaliere della Repubblica italiana – in realtà ‘Cavaliere’ ce l’hanno detto altri – ex caporeparto dei Vigili del Fuoco di Napoli, che spiega : “ Beh…avevo il compito di fare alcuni recuperi in riferimento ai beni della Chiesa di Napoli nel 2002 sino al 2012, andandomene più tardi in pensione. La storia? Con l’accordo del Cardinale Sepe e Don Carlo Ballico, fu preso in consegna il Santuario per il recupero di tutti i beni e tutte le strutture . Pertanto dal 2015 ad oggi stiamo lavorando per il bene di tutti. Noi, come Vigili del Fuoco, siamo estremamente grati al Cardinale Sepe che ci ha consegnato tutto questo, suscitando molto risalto nella società napoletana, nonché sulla situazione religiosa e causa anche del sofferto abbandono del Santuario, storia ben nota. Un luogo questo, la “Madonna dell’Immacolata Incoronata” , risalente a Pio IX, dove sino a poco tempo fa si celebrava la messa. Proprio in questi ambienti, a poco a poco, si sono riavviate le funzioni giornaliere. Inoltre, facciamo convegni e riunioni, nonché atti di recupero verso i ragazzi di strada che non frequentano scuole, sbandatelli senza famiglia, famiglie perlopiù bisognose, doposcuola ed altro ancora, questo come Vigili del Fuoco. E lo facciamo molto volentieri poiché non è giusto far girovagare gli adolescenti in qua e là, senza uno scopo e senza conoscere il mondo del lavoro. In parole povere, ci offriamo gratuitamente dando giusta formazione e regole di vita, con riscontro di buoni recuperi”.
Parliamo adesso della varie vicissitudini sofferte sa questo luogo.
“Esatto, luogo che fu abbandonato nel 2000 avendo subito allagamenti, crollo dei solai, il crollo del solaio di copertura, etc, tutto documentato da fotografie ed altro materiale ancora. Chiaramente sono stati necessari collaudi con tanto di relazioni dei tecnici per verificare la stabilità del fabbricato. A tale incuria trascorsa abbiamo sopperito recuperando pezzo su pezzo, visto che la grande infiltrazione d’acqua è stata l’origine delle varie lesioni. Abbiamo quindi rifatto la facciata esterna, già pericolante, e tanto e tanto ancora spendendo al fine di recuperare un bene che è parte di tutto il popolo”.
Chi vi ha sovvenzionato economicamente?
“Noi. Noi come ‘Associazione Decorati’, come Associazione della polizia internazionale ‘IPA’, ci siamo autotassati essendo io il coordinatore delle varie maestranze”.
Sembra sia molto legato a queste mura.
“Francamente non lo conoscevo e, piano piano, la Madonna ha messo la sua manina dandoci la forza nel recuperare ogni cosa, ripagati per il nostro operato giornaliero e…che dire ancora? E’ una cosa bella fatta da tutti noi, privi di hobby precisi visto che non ci interessa né la caccia, né la pesca e nemmeno il fumo, ci siamo dedicati appieno a ciò che lei vede”.
Gesù Maria! Che forza tiene sto napolitain!
“Il motivo per cui sono particolarmente legato a questo Santuario? – interviene più tardi Pasquale Severino – semplicemente perché circa 40 anni fa ho scoperto che era stato interamente affrescato da mio nonno. Nonno che non ho mai conosciuto dal momento che era nato del 1815: Vincenzo Severino. Parliamo d’un pittore altamente quotato all’epoca, ebbe l’incarico d’affrescare tale chiesa consacrata nel 1871. Alla costruzione il Santuario non aveva tutte queste decorazioni e pitture che vediamo adesso, in quanto effettuate in occasione della “Consacrazione della Vergine con il dogma della Madonna Assunta In Cielo”. Subentrò pertanto mio nonno con la squadra di collaboratori, decorando ed affrescando con tutte le storie che vediamo.”
Ci racconti ancora altro di questa figura.. vediamo che le brillano gli occhi mentre lo rievoca.
Racconto che era nato a Caiazzo, che aveva frequentato l’Accademia delle Belle Arti, che operò attivamente anche in Trentino e Sicilia, con commissioni da parte del clero, privati e nobili dell’epoca. Dedicandosi anche alle case patrizie di Alleghe e tant’altro ancora. Chiamato su commissione, si staccò poi dall’ambiente prettamente artistico, alla volta d’ambientazione di complessi monastici. In effetti vi sono tante chiese d’ordine francescano da lui affrescate, quale la chiesa di Afragola a Nocera Inferiore, Castellamare, Milazzo, dove c’è il convento dei Frati Cappuccini con relativa chiesa da lui dipinta. Parliamo d’immagini che raccontano il miracolo di Lourdes e l’Incoronazione della Vergine che sta proprio sulla volta dell’altare. Ancora l’apparizione della Vergine, ed alto ancora “.
Ed ecco che questo gentile signore mi porge un libretto edito da lui stesso spiegando…”Vede queste tavolette di legno dipinte ad olio, tutti questi affreschi a seguire ed in particolare quello su Santa Caterina d’Alessandria? Qui si continua invece con tutta una serie di “Sante Martiri”. Come vede, la “Processione delle Vergini”, con le varie Sante con in mano il simbolo del proprio martirio come Santa Lucia col vassoio e gli occhi appoggiati sopra.”
Immancabile notare la sua storia di passione e forte impegno.
“In effetti dal momento che se ne sapeva poco, ho fatto tutta una serie di ricerche nei vari archivi ricostruendone la storia. Inoltre, grato alla conoscenza di Roberto Cantagallo, proprio quest’ultimo tempo addietro recuperò un dattiloscritto del primo parroco di tale chiesa, consacrata nel 1871, divenendo parrocchia nel 1930 sino al 1952, passando poi a “Chiesa di Santa Maria in Portico”. Da qui la mia frequentazione dei vari archivi; quello Civile, del Banco di Napoli, dell’Archivio, ed altri ancora, attingendo inoltre a varie informazioni. E chiudo osservando che un buon restauro di tutto questo Ben di Dio sarebbe proprio opportuno.”
Ma ci sarà chi se ne occuperà!
“Non attualmente purtroppo”.
“San Gennaro pensaci tu, e gràzie assaje!”
Carla Cavicchini