di Bruno Fulco
L’inconsapevole leggerezza dell’essere
Finalmente ci siamo, il termometro si appresta a far toccare la soglia della massima a 30°, che a Roma a parte i riferimenti ufficiali del calendario significa che l’estate è arrivata. Anche se si è fatta attendere un pochino, secondo i pareri del meteorologo dovrebbe rivelarsi simile a quelle degli ultimi anni caratterizzate da ondate di caldo Africano interrotto da break temporaleschi. Potenziali fonti di pericolo che speriamo non rivelino ancora una volta l’inadeguatezza del sistema di prevenzione rischio idrogeologico del paese.
Un clima che passa da un estremo a un altro senza la gradualità di una volta. Colpa del cambiamento climatico come largamente accettato, però magari un giorno tra 100 anni qualcuno osserverà che poteva trattarsi solo di un momento climatico della terra, per cui un secolo paragonato alla vita di un uomo vale meno di un battito di ciglia.
L’assetto climatico estivo è quello ideale per vivere uno dei momenti preferiti dell’anno dall’Italiano medio, quello del calcio mercato. Se prima era l’arrivo dei calciatori nei club oggi il focus è sempre più sugli allenatori. Le società si rendono conto che è più conveniente affidare le sorti di una squadra ad un “Mister” capace, invece che inseguire le bizze degli annoiati calciatori moderni. Questi ultimi, molto più in ansia per un nuovo taglio e la tinta dei capelli che per le sorti del proprio Club.
Molto meglio allora spendere per un Coach in grado di tenere assieme tutte le tessere del mosaico che compongono una Società di Calcio, prendendo in mano lo “spogliatoio” per compensare le lacune caratteriali di campioni lontani anni luce da quelli di un tempo. In questo valzer delle panchine uno dei più grandi di sempre ha deciso di cambiare decisamente palcoscenico trasferendosi oltre oceano.
Carlo Ancelotti, infatti, dopo aver costretto il Real Madrid ad ampliare la sala trofei per contenere tutti quelli conquistati con i madridisti, si è accomodato sulla panchina della nazionale brasiliana che da tempo gli faceva la corte. Sarà interessante l’incontro/scontro tra due culture calcistiche, quella del “fútbol bailado brasileiro” e quella più pragmatica e senza fronzoli su cui “Carletto” ha costruito la sua trionfale carriera di allenatore.
Il suo impatto si vede già dalle prime convocazioni diramate dal neo-C.T. che ha lasciato a casa alcuni giocatori, forse troppo sicuri del posto, per richiamarne nella Seleçao altri che prediligono l’efficacia e il risultato a qualche dribbling in più.
La stagione si fa calda anche in politica o meglio, c’è chi vorrebbe riscaldarla ma riesce solo a strumentalizzare tutto e tutti facendo schiamazzi che all’atto pratico non portano consensi. Avviene ad esempio con l’approvazione del Ddl sicurezza appena varato dal governo, che ha scatenato l’ira delle opposizioni scese in piazza agitando, oltre all’immancabile spauracchio del fascismo, le accuse di voler instaurare uno stato di polizia privando le persone della libertà di manifestare le proprie idee ecc. ecc.
Il provvedimento individua quattordici nuovi reati ma sinceramente, davanti ad almeno alcuni di essi, sembra impossibile protestare. Non si comprende ad esempio come si fa a difendere il diritto di occupare abusivamente una proprietà privata, reato per il quale ora il nuovo provvedimento nella maggior parte dei casi precede allo sgombero immediato.
Oppure cosa c’è da indignarsi se vengono varate nuove norme per contenere il terrorismo, o viene arrestato chi imbratta un edificio pubblico, impiega bambini per pratiche di accattonaggio o che consapevolmente “mediante ostruzione fatta col proprio corpo”, causa un blocco stradale o ferroviario.
Seppure nel Ddl potrebbe esserci qualcosa da limare o aggiustare, quello che sembra evidente è che invece di essere liberticida è un provvedimento che assicura una serie di libertà. Tra l’altro chi lo contesta sono gli stessi che ne ammirano l’applicazione in altri paesi tessendone le lodi, come la Spagna modello tanto sbandierato dalla sinistra, dove questi provvedimenti legislativi sono una realtà.
Le opposizioni dal canto loro oltre agli effetti del Ddl ne contestano l’impianto ideologico, sostenendo che il problema della sicurezza sia prima di tutto un problema culturale, a cui bisognerebbe provvedere a partire dalle scuole, dall’informazione ecc. Aspetti condivisibili e certamente attuabili in parallelo, ma che purtroppo nella situazione in cui è scaduto il paese, anche se introdotti con urgenza darebbero i propri frutti almeno tra due generazioni.
Così le sinistre rivelano ancora una volta la loro inconsapevole leggerezza dell’essere un soggetto politico, che, come opposizione, sarebbe estremamente importante per lo svolgimento della democrazia. Ad oggi l’azione politica è limitata al cieco disturbo del governo in ogni forma possibile, anche al limite del tafazzismo.
È di questi giorni la denuncia del parlamentare Bonelli (Europa Verde) che in occasione del question time per discutere sugli accordi di cooperazione militare con Israele, ha tuonato: “Il 32° Stormo dell’Aeronautica militare ha ospitato caccia F35 israeliani per esercitazioni militari nel cielo aereo italiano. Voi avete garantito un’esercitazione su base militare italiana a quei caccia F-35 israeliani che poi vanno a bombardare a Gaza. Poi ci venite a dire che curate i bambini. Vergogna”.
Intervento che ha suscitato la risposta del Ministro della Difesa Crosetto: “Ho letto alcune dichiarazioni di Angelo Bonelli, accompagnate da successivo carico di insulti da parte di Fratoianni, che accusavano il Governo di aver ospitato esercitazioni di f35 israeliani nelle scorse settimane. Vorrei tranquillizzarli ed invitarli a verificare prima le informazioni: non ci sono stati F35 israeliani in italia né nel 2025, né nel 2024, né nel 2023. Immagino chiederanno scusa per la falsa notizia e gli insulti correlati”. Ennesimo fango gettato a vanvera sul governo per destabilizzarlo, e mossa disperata di chi è alla frutta e arriva a spendere la sua stessa dignità portando la propria credibilità sempre più vicina allo zero.
Sullo scenario di fondo lo scudetto del Napoli, la cui festa vista da milioni di persone in mondovisione ha purtroppo mostrato anche il peggio della tifoseria, che non è certo rappresentativo dell’intera popolazione partenopea. Il bilancio della notte di festeggiamenti è stato di 39 feriti e 10 rapine. Danneggiata anche la celebre Fontana del Carciofo oltre alle 38 auto rubate, tagliate e pitturate con i colori del club. Una cartolina dall’Italia di cui il paese poteva certamente fare a meno.