Beccalossi eTremaglia ( a sin.)
L’eredità del compianto Mirko Tremaglia
Verona – CTIM. Ovverossia, Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo. Da sempre accostato al suo principale fondatore, Mirko Tremaglia (Pierantonio Mirko Tremaglia, Bergamo, 17 novembre 1926 – Bergamo, 30 dicembre 2011), ex repubblicano (aderente alla Repubblica Sociale Italiana), deputato e ministro per gli Italiani nel mondo (dall’11 giugno 2001 al 17 maggio 2006, nel secondo e nel terzo governo Berlusconi).
Da ministro, Tremaglia fece di tutto per consentire ai tanti italiani all’estero di poter votare alle elezioni nazionali. Propose la Legge 27 dicembre 2001, n. 459 (Norme per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero) che fu subito battezzata “Legge Tremaglia”.
L’art. 1 sancisce che “I cittadini italiani residenti all’estero, iscritti nelle liste elettorali di cui all’articolo 5, comma 1, votano nella circoscrizione Estero, di cui all’articolo 48 della Costituzione, per l’elezione delle Camere e per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, nei limiti e nelle forme previsti dalla presente legge”. I successivi articoli 56 e 57 della Costituzione stabiliscono il numero dei deputati e dei senatori (rispettivamente 12 e 6) eletti dai cittadini italiani all’estero.
Per Tremaglia il concretizzarsi della “sua” legge andò a braccetto con la fondazione del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM, https://comitatotricolore.org/), costituito nel 1968 da lui stesso assieme a Damiano Capotondi, Donatella Gila, Ornella Gila, Roberto Innocenzi, Carlo Lattanzi, Franco Massobrio, Millo Milletti e Marcello Nardi.
Vi aderirono nella Consulta d’Onore: Giuseppe Prezzolini, monsignor Arrigo Pintonello; le Medaglie d’Oro Bruno Pastorini, Augusto Ugolini, Aldo Vidussoni, Giuseppe Zigiotti, Giuseppe Valle, Ulderico De Cesaris, Sigfrido Bussoni, Ernesto Botto, Annibale Bergonzoli, Angelo Bastiani; i professori Giorgio Del Vecchio, Giorgio Alberto Chiurco; lo storico Gioacchino Volpe; i giornalisti Alberto Giovannini, Piero Buscaroli, Giorgio Nelson Page; i generali Salvatore Castagna, Carlo Calvi di Bergolo, Giovanni Di Lorenzo ed Aldo Marchesi; il dott. Piero Parini, il prof. Amilcare Rossi; gli ambasciatori Luca Pietromarchi, Alberto Mellini Ponce de Leon e Giovanni Capasso Torre; il sen. Ezio Maria Gray; il commediografo Gioacchino Forzano.
Il figlio di Tremaglia, Marzio (Bergamo, 8 maggio 1958 – Bergamo, 22 aprile 2000), fu dirigente giovanile del FUAN (Fronte Universitario d’Azione Nazionale), consigliere comunale nella sua città per il MSI (Movimento Sociale Italiano) dal 1980 al 1995 e, poi, eletto per Alleanza Nazionale, assessore alla Cultura della Regione Lombardia (dal 1995 al 2000). Morì ad appena 42 anni per un tumore. Il figlio Andrea (Bergamo, 25 settembre 1987) è ora deputato nelle liste di Fratelli d’Italia dopo le elezioni politiche del 25 settembre 2022 e fa parte della 5^ Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione.
Il CTIM ha sedi ai quattro punti cardinali e persegue un attivismo culturale e sociale volto al riconoscimento ed alla valorizzazione degli italiani all’estero in rapporto ai Paesi in cui si sono stabiliti ed al legame persistente con la madre Patria. L’attuale segretario generale del CTIM, nonché responsabile del dipartimento di Fratelli d’Italia rivolto proprio agli italiani-extra, che ha raccolto l’eredità morale ed organizzativa del compianto Mirko Tremaglia, è il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia (Pieve di Cadore, Belluno, 3 dicembre 1961).
Il delegato regionale per il Veneto e componente del Direttivo nazione del CTIM, a sua volta, è Massimo Mariotti, attuale capogruppo di Giorgia Meloni Fratelli d’Italia – Sboarina sindaco in consiglio comunale a Verona e presidente della Commissione consiliare 7^ Controllo e trasparenza, dalla lunga carriera politico-amministrativa.
Da Mirko Tremaglia all’attualità: come prosegue o com’è cambiato il CTIM?
«I dirigenti del CTIM continuano a rappresentare i nostri emigrati nei COMITES (“Istituiti nel 1985, i COMITES sono organismi rappresentativi della collettività italiana, eletti direttamente dai connazionali residenti all’estero in ciascuna circoscrizione consolare ove risiedono almeno tremila connazionali iscritti nell’elenco aggiornato di cui all’art. 5, comma 1, della Legge 459/2001”, N. d. R.) e nel CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, istituito con Legge 6 novembre 1989, n. 368, modificata da ultimo dal D. L. 24 aprile 2014, n. 66, convertito con modificazioni, dalla Legge 23 giugno 2014, n. 89 e disciplinato dal regolamento attuativo di cui al D. P. R. 14 settembre 1998, n. 329, organo di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi d’interesse per gli italiani all’estero, N. d. R.), entrambi coordinati dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale».
La battaglia (vinta) di Tremaglia per il voto degli italiani all’estero è stato un successo poi stravolto da errori/opportunismi o solo un contentino dovuto a chi si sentiva e si sente italiano in un altro Paese?
«Ci sono stati sicuramente alcuni approfittatori e casi di brogli elettorali, ma il risultato raggiunto da Tremaglia ha ridato senso d’appartenenza ad oltre 5 milioni di connazionali residenti all’estero, per troppo tempo dimenticati dalle istituzioni».
Boom di richieste di cittadinanza italiana, soprattutto dal Brasile e dal Sud America in generale. Corretto comunque dar corso a queste istanze?
«Credo che sia giusto sottoporli anche ad una valutazione storico-culturale, così come dovrebbe avvenire per coloro che, arrivati in Italia dall’estero, pretendono d’acquisire la cittadinanza italiana a prescindere. Naturalmente, deve essere obbligatorio saper parlare la nostra lingua. A titolo personale introdurrei anche il Servizio Militare per i giovani ed il Servizio Civile per chi ha oltre 40 anni».
Claudio Beccalossi