Erdogan, la Turchia e l’Europa: tra ambizioni strategiche e la nuova Siria

Il quadro geopolitico che emerge dalle recenti dinamiche tra Ankara, Bruxelles e Damasco mette in luce il ruolo chiave della Turchia di Erdogan come pivot strategico tra Europa, Medio Oriente e Russia. Erdogan, consapevole dell’importanza di chiudere la sua carriera politica con un traguardo storico come l’adesione all’UE, sta giocando su più tavoli, sfruttando la sua capacità di penetrazione nelle crisi regionali e la sua influenza militare ed economica.

Le principali richieste di Erdogan:

  1. Pressioni europee su Israele per ottenere un cessate il fuoco permanente a Gaza, sottolineando l’emergenza umanitaria e il massacro in corso.
  2. Rilancio del dialogo economico con l’UE, essenziale per una Turchia alle prese con una situazione economica delicata.
  3. Gestione dei rifugiati siriani, con ulteriori fondi europei per facilitare rimpatri volontari e sostenere nuove infrastrutture nella Siria post-bellica.

La strategia turca: Erdogan propone di trasformare la Turchia in garante della stabilità siriana, puntando su tre pilastri fondamentali:

  • Ricostruzione economica della Siria, con il coinvolgimento delle imprese turche.
  • Rimpatrio dei rifugiati, fondamentale per risolvere le pressioni migratorie.
  • Ruolo di mediatore con l’Occidente, sfruttando la sua influenza in Medio Oriente.

Parallelamente, Erdogan mantiene un dialogo strategico con Russia e Stati Uniti, benché permangano divergenze con Washington sulla questione curda.

La risposta dell’UE e il nodo siriano: L’Europa, pur riconoscendo la rilevanza della Turchia, procede con prudenza. Le preoccupazioni si concentrano su:

  • La stabilità della futura Siria senza Assad e l’influenza di Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), gruppo ribelle che si è distanziato dall’IS ma che resta osservato speciale per il passato legame con l’estremismo.
  • La gestione delle migrazioni, con decisioni drastiche come la sospensione delle domande di asilo in 16 Stati membri e incentivi per i rimpatri volontari.
  • Il ruolo della Russia e dell’Iran, che devono essere estromessi dalla Siria secondo le richieste europee.

Conclusioni: Erdogan si presenta come una figura indispensabile per il futuro della Siria e per la stabilità regionale, puntando a consolidare il suo ruolo come intermediario tra potenze globali. L’UE, dal canto suo, riconosce l’importanza di dialogare con Ankara ma resta cauta, vincolando il sostegno alla nuova leadership siriana al rispetto di principi chiave come inclusività e diritti umani. Il percorso, pur promettente, è disseminato di incognite: la capacità dell’Europa di anticipare scenari post-Assad e il rischio migratorio saranno i principali banchi di prova per von der Leyen e per la nuova Commissione.

Redazione

Deixe um comentário

O seu endereço de e-mail não será publicado. Campos obrigatórios são marcados com *

NOTIZIE CORRELATE

Vedi anche

Il ruzzolone dello Zar Ruzzolone: un vero e proprio sport tutelato dalla Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, praticato in.

A “Casa Italia” , il Giubileo con milioni di visitatori e pellegrini che arrivano nel nostro Paese A “Casa Italia”,.

Meloni: “Cittadinanza? Legge italiana ottima”. E su Stellantis: “Difenderemo i lavoratori” Il presidente del Consiglio ribadisce il pugno duro contro.