CITTADINANZA ITALIANA, stop ai furbetti!

Nuove regole per la cittadinanza italiana all’estero: cosa cambia

Il governo introduce un pacchetto di riforme per contrastare gli abusi.

Rio de Janeiro, 29.03.2025

Stop ai facili riconoscimenti della cittadinanza italiana per chi la utilizza solo a fini economici. Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo “pacchetto cittadinanza”, un insieme di misure proposte dal Ministero degli Affari Esteri per riformare le regole di acquisizione della cittadinanza per gli italiani all’estero. L’obiettivo, come ha spiegato il ministro Antonio Tajani in conferenza stampa, è rafforzare il legame effettivo tra l’Italia e i cittadini di origine italiana senza eliminare il principio dello ius sanguinis. Tuttavia, saranno introdotti limiti più rigidi per evitare il fenomeno della compravendita di passaporti e visti italiani, una pratica che in passato ha coinvolto alcuni soggetti che gravitavano intorno alle nostre ambasciate.

Attualmente, il numero di persone che potrebbero richiedere la cittadinanza italiana per discendenza si stima tra i 60 e gli 80 milioni. Negli ultimi dieci anni, il numero di cittadini italiani residenti all’estero è cresciuto del 40%, passando da 4,6 a 6,4 milioni. In Paesi come Argentina, Brasile e Venezuela, le richieste di cittadinanza sono aumentate rapidamente, creando pressioni sui servizi consolari e alimentando il rischio di frodi.

Per affrontare queste criticità, sarà istituito un ufficio speciale presso la Farnesina, che prenderà in carico le richieste di cittadinanza, sollevando i consolati da questa funzione. Il decreto legge che introduce queste novità entra in vigore a mezzanotte e sarà seguito da una riforma più ampia sulle procedure di cittadinanza.

Le principali novità

  • Limiti alle generazioni: La cittadinanza italiana sarà riconosciuta automaticamente solo per due generazioni. Saranno cittadini italiani dalla nascita solo coloro che hanno almeno un genitore o un nonno nato in Italia.

  • Obbligo di mantenere un legame con l’Italia: Chi nasce e vive all’estero dovrà dimostrare un legame concreto con il Paese, esercitando i diritti e doveri di cittadino almeno una volta ogni 25 anni.

  • Nuova gestione delle richieste: Le domande di cittadinanza non saranno più presentate ai consolati, ma all’ufficio centralizzato della Farnesina. Ci sarà un periodo di transizione di circa un anno.

  • Miglioramento dei servizi consolari: I consolati continueranno a occuparsi dei cittadini italiani già riconosciuti, con una maggiore efficienza nelle pratiche di passaporti, carte d’identità e anagrafe.

Queste misure mirano a garantire che la cittadinanza italiana resti un valore autentico e non un semplice strumento per ottenere benefici economici.

di Redazione

 

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