In un mondo dove l’assurdo non solo ha preso casa, ma ha anche fatto il mutuo, ecco a voi la nuova, scintillante tendenza: i baby reborn. Bambolotti iperrealistici, simili in tutto e per tutto ai neonati veri – tranne per il piccolo dettaglio che non respirano, non piangono e non hanno nemmeno il codice fiscale.
Baby reborn: coi pupazzi, cose da pazzi.
Nel senso semantico e clinico del termine, sia chiaro. E senza alcun riferimento al film del 2005 diretto da Vincenzo Salemme, che a confronto con questa realtà pare un manuale di igiene mentale.
Il fenomeno ha ormai varcato ogni soglia di decenza logica. Sedicenti “madri” (e qualche “padre”, perché l’idiozia è inclusiva) portano in giro le bambole come figli veri. Passeggini, biberon, pannolini, bagnetto, ninna nanna. E se finisse qui potremmo anche cavarcela con una scrollata di spalle. Ma no. C’è chi chiede il congedo di maternità, chi pretende posti riservati, e chi – udite udite – si infila nelle corsie preferenziali dei servizi pubblici grazie a un pupazzo in braccio.
Ed è proprio qui che il delirio ha raggiunto il livello legislativo.
In Brasile, infatti, è stato presentato un disegno di legge alla Camera dei Deputati che prevede una multa fino a 20 salari minimi per chi tenta di saltare la fila con un “figlio” reborn in braccio. Il legislatore, evidentemente con ancora un briciolo di lucidità residua, ha sottolineato che i servizi pubblici potrebbero essere danneggiati da questa pratica assurda. Siamo al punto che lo Stato deve tutelarsi… dai pupazzi.
Sì, avete capito bene: siamo arrivati al punto in cui il Parlamento discute su come difendersi non da minacce economiche, non da crisi internazionali, ma da bambole di plastica travestite da neonati. Perché evidentemente le priorità dell’umanità si sono spostate nel reparto giocattoli.
E intanto, i magistrati di mezzo mondo si trovano a valutare se concedere o meno il diritto al puerperio per chi “accudisce” un oggetto. La giurisprudenza si piega, la logica si spezza, il senso comune si eclissa. E nessuno ride. O forse sì, ma è una risata isterica.
Del resto, se c’è una cosa che questo mondo non ci fa mai mancare, è una testa fuori fase in più: che sia al potere o sul divano con la bambola in braccio, la follia si distribuisce equamente, come i volantini al mercato.
E allora, davanti a questa sfilata di pupazzi trattati come neonati e norme pensate per contenere la fantasia sfrenata degli adulti, non ci resta che una sola preghiera:
Signore, abbi pietà di noi… accogli la nostra supplica e liberaci da questi mali.
O almeno, spediscici un po’ di buon senso. Anche usato va bene.
Giuseppe Arnò